30 Settembre 2015 - 13 Ottobre 2015
Lungo viaggio alla scoperta degli States, dai quartieri di New York ai monti selvaggi della Virginia, attraverso le grandi campagne del Tennessee fino a Nashville, la città della musica. Si scende quindi lungo il Delta del Mississippi, tra i campi di cotone e canna da zucchero, attraversando le zone storicamente più povere degli Stati Uniti: qui la cultura afroamericana ha le sue radici più profonde, e qui, da un contesto di miseria e schiavitù, nasce il Blues, chitarre improvvisate e canti ritmici e disperati sotto i portici delle case di piccoli paesi soffocati dal caldo e immersi tra le paludi del Grande Fiume. In fondo al Mississippi ci aspetta New Orleans, sospesa sulla sconfinata massa d'acqua salmastra dei suoi lakes, con il suo retaggio storico fatto di continue contaminazioni che emerge tra i quartieri francesi e le sue tradizioni creole.
Da New Orleans si riparte, puntando decisamente verso il West, e dalle immense paludi si passa ben presto ai grandi deserti. Il Grande Nulla ci circonda mentre raggiungiamo Dallas, tra negozi di armi e pompe di petrolio. Da qui in poi, il New Mexico ci circonda con giorni e giorni di deserto sempre identico a se stesso, sovrastato da un cielo sconfinato e interrotto solo da qualche baracca o piccoli corsi d'acqua in secca. Qui abbiamo l'occasione di percorre, nei pressi di Amboy, anche un pezzo della vecchia Route 66, la strada ora abbandonata che collegava gli estremi degli States fino agli anni '50.
Nei pressi di Santa Fe, il paesaggio cambia e arrivano le Red Rocks, immense colonne di roccia rossa che trasformano di colpo in panorama spezzandone la monotonia. Dopo una breve escursione tra le montagne del Colorado, ci addentriamo nelle grandi Riserve Indiane dei Navajo e degli Hopi, raggiungendo in breve il corso del fiume Colorado. Qui la bellezza di quanto la natura apparecchia davanti agli occhi lascia letteralmente senza fiato. Gigantesche mese di roccia verticale, torri, canyon e vallate hanno tutte una dimensione fuori scala, che quasi la mente non riesce ad afferrare nella loro enormità. Proseguendo verso Ovest attraversiamo il deserto rovente e desolato del Mojave per arrivare a Las Vegas, luogo artificiale, puro entertainment in mezzo al deserto, puro spettacolo, una città fatta solo di apparenze, coi suoi giganteschi hotel, i casino, e le ruote panoramiche.
Una strada tra profonde gole di roccia ci porta infine verso la sognata California, e finalmente il deserto e la roccia cedono il passo a colline verdeggianti e boschi alberati, molto simili a quelli europei. Di fronte a noi la nostra meta è Los Angeles, la Grande Babilonia americana, città immane, soffocante, dal traffico inconcepibile, con le sue mille highways sospese, a 5, 6, 7 corsie, perennemente intasate. Raggiungere l'oceano, a Venice Beach, è un vero sollievo: il celeberrimo lungomare è proprio come nei film, affollato, pieno di vita e di persone strambe, sempre ventilato e con una spiaggia immensa.
Il nostro viaggio si conclude nella bellissima San Diego, con un clima che ad ottobre è semplicemente perfetto. Ci rifacciamo il palato, provato da settimane di carne e panini, con un buon piatto di granchio e ci tuffiamo nell'oceano. In totale abbiamo percorso più di 3500 miglia (quasi 6000 km) in macchina, abbiamo visto la ricchezza e la miseria, la modernità e la storia, la testa e la pancia di questo sconfinato paese, abbiamo mangiato tantissima carne e pochissima verdura, abbiamo dormito in alberghi e motel di ogni tipo, ci siamo sorpresi di fronte all'abbandono di certi luoghi e siamo finiti in ingorghi che sembravano non avere fine. Abbiamo parlato con tanta gente diversa, abbiamo rischiato di congelare nei locali con l'aria condizionata a 15°C, e abbiamo imparato che le grandi strade, qui nel U.S.A., sono più che strade, sono arterie che collegano e tengono insieme un mosaico di stati, leggi, costumi e culture che - oltre alla lingua e alla moneta - non hanno molto altro in comune.